La mia ossessione per i film sull’Olocausto e sui Campi di concentramento è di vecchia data, affonda nelle pagine di Storia e arriva fino alla fine dell’Università. Più di tutto, mi hanno sempre interessato le tecniche, i modi e le capacità di rappresentare un momento storico che, lo so, non sarà mai completo nella mente di un individuo senza l’esperienza fisica di aver calpestato quell’erba.
Rappresentazioni di ogni ordine e grado: di tedeschi, di ebrei, di polacchi, di francesi, di italiani. Chiunque in qualunque modo e il cinema è quel modo che si è cimentata molto spesso per muovere le maglie della finzione affinché lo spettatore ne esca distrutto o incattivito o impazzito o commosso.
[Fino al 30 gennaio mi trasferisco qui e quindi oggi la prima spellicollata del 2012 è dillà.]
[tutte le altre spellicolaggini qua, poi c’è anche un ebook.]