La secchiona non solo va a comprare astuccio, diario e penne nuove e sceglie per bene i quaderni ogni settembre che arriva, ma è quella che da grande sa esattamente cosa la attende in autunno e si emoziona al solo pensare al 1 settembre. Brulica, immagina, pensa e fa le liste. La secchiona lavora per l’autunno, per quel momento dell’anno in cui non si ricomincia con tutto, ma solo con il lavoro, con i compiti, con i compiti in classe, con quelle cose cioè che impegnano la secchiona tutti i giorni, la indirizzano e la finalizzano. Settembre è fatto per i secchioni e questi per settembre, perché ad esso hanno legato l’inizio delle scuole la prima volta e da allora è un legame indissolubile. È il loro mese preferito, in fondo. È il loro Capodanno. È una cosa di cui non riescono a fare a meno.
Stamattina, mentre andavo a lavoro, sul tram, ho visto una bambina con uno zainetto colorato, una bambola in una mano e gli occhi assonnati.
Ho fatto un giro di pensieri veloci, l’ho pensata a scuola, il primo giorno, fra qualche settimana, con il grembiule e le scarpe lucide e l’ingenua scelta sul suo visino: amare o no settembre?
Credo mi abbia fatto una linguaccia prima di scendere.