Lo scotch, senti?
Che?
Fa lo stesso rumore, senti?
Di cosa?
Lo tiro per chiudere o lo strappo per aprire: è sempre lo stesso rumore.
Ma non è vero.
Massì, senti!
Ma smettila che è tardi.
La chiudi tu questa?
Sì, ora la chiudo. Quante mancano?
Una, la porto lì.
Qual è?
Quella con le pentole.
Quella va da tua madre.
No, dai.
Sì, abbiamo sorteggiato.
La lascerò in garage.
Come vuoi, ma la prendi tu.
E lì che c’è?
Eh, i cd che abbiamo comprato insieme. Che ne facciamo?
Avremmo dovuto comprare sempre le doppie copie.
Comprare le doppie copie è come non fidarsi…
del rapporto che si sta costruendo, sì lo so.
È tristissimo comprare le doppie copie.
Ma sono solo io quella che sta male? Come fai?
A fare cosa?
A essere lucido. A me viene solo da strepitare e battere i piedi sul pavimento, a dire che non doveva andare così. Che non eravamo fatti per far andare le cose così.
Abbiamo provato a essere diversi dagli altri.
Abbiamo provato e abbiamo fallito.
Per un po’ è andata bene, dai. No? Sei tu che non mi ami più.
Lo so, ma io non ci posso stare senza te.
Non è vero. E lo sai, e non dirlo più, sennò mi fai male.
Cofano contro cofano e bagagliaio aperto. Riempito. Chiuso. Stipato.
Sei stato felice?
E questa ora?
Rispondi.
Certo, che domande.
E non bastava?
Non bastava a te. Oppure tu non sei stata felice.
No, io sono stata felice. E non è bastato. Non è stato abbastanza. Abbastanza, cristo, che parola stupida.
Non è stupida, tu non sei una che s’accontenta e con me era diventato così.
Non mi hai mai fatto soffrire.
Meglio no?
E io?
No, no. Siamo stati bene, non è meglio?
No. Perché non trovo un motivo per lasciarti andare.
Per lasciarmi?
Per lasciarti andare. Andare via.
Io non la capisco questa cosa che hai paura di perdermi. Ti fa bene perdermi.
No. Che dici? Non è vero.
Cosa vorresti? Fare le cose che facevamo prima? Ogni tanto? Non funzionerebbe. Perché mi vuoi odiare?
Sarebbe più facile.
Per te sì, certo.
Quando ci vediamo?
Non chiedermelo.
Non ci vediamo più?
Non ci vediamo, per un po’.
Quanto?
Non lo so quanto.
Quanto?
Non lo so, dipende cosa succede.
Fino alla tua prossima morosa o al mio prossimo moroso?
Ma che discorsi! Non lo so, vediamo come va.
Ci perderemo, lo sai?
Ci perderemo delle cose. Noi, no.
E se saranno importanti come le recuperiamo?
Non le recuperiamo, ma ce ne saranno altre e ci saremo, per quelle lì che ci saranno.
Balle. Io non volevo perdermi niente. Ci siamo trovati e adesso ci dobbiamo perdere.
Ci stiamo lasciando. E’ normale.
E chi l’ha detto?
Non c’è altro modo. Si fa così. Si fa che ci si lascia non ci si sente e poi ci si ritrova.
Forse.
Massì, vuoi che non ci sentiamo mai più?
Che cazzo mi frega di sentirti e basta?
Torneremo per quelle cose, ma noi saremo sempre qui.
Non è vero, tu sei pigro, tu non tornerai mai. O tornerai come gli amici di cui non ricordi più come prendono il caffè e glielo devi richiedere ogni volta, che cazzo di zucchero vogliono. Le cazzate che il bene non finisce, tienile per te, io non ci credo.
Cosa vuoi fare?
Fare le cose piano, non possiamo fare le cose piano? Lasciarci un po’ per volta? Tipo ora non viviamo più insieme, poi non faremo più le feste insieme, poi ci vedremo una volta a settimana, poi una volta al mese, poi una volta ogni due, poi possiamo non vederci più.
Non funziona.
Chiudi tu?
Cosa?
La porta di casa, dico, la chiudi tu?