Letto di venerdì #09
Il principio di piacere di Josè Emilio Pacheco è una raccolta di sette racconti pubblicati per la prima volta in Messico nel 1972.
Primo legame fra tutti è il mistero. Dal primo all’ultimo racconto c’è una componente di mistero.
Non esiste mai un mistero esterno – una scomparsa tangibile – ma solo un viaggio nel profondo, nella mente.
Il secondo legame è l’affermazione della confusione e dello stupore di fronte alla spiegazione del mondo, che è impossibile, e anzi: porta alla disperazione perché è soggetta al tempo.
Nei racconti le storie sono diverse: un ragazzo alle prese con un primo amore impossibile, o uno scrittore che diventa parte del suo stesso racconto , o ancora transatlantici che sfidano il tempo.
La trama importa poco in questi racconti. Quel che conta è lo smarrimento che si prova leggendoli, la malinconia che rimane quando si osserva un mistero profondo: non possiamo arrivare a comprenderlo, perché se scendiamo troppo abbiamo paura.
La citazione
Non ci crederete, direte che sono uno sciocco, ma da bambino i miei sogni erano volare, diventare invisibile e vedere i film a casa mia. Mi dicevano: aspetta che arrivi la televisione, sarà come avere un cinema nella tua stanza. Ormai sono grande e ci rido su. Ovvio ci sono televisori dappertutto e so che nessuno può volare, a meno che non salga su un aereo. La formula dell’invisibilità non è ancora stata scoperta. Ricordo la prima volta. Misero un apparecchio nel negozio di giocattoli Regalos Nieto, e all’angolo fra Avenida Juárez e San Juan de Letrán ci furono tumulti per vedere le immagini. Trasmettevano soltanto documentari, cani da caccia, sciatori, spiagge hawaiane, orsi polari, aerei supersonici. Ma a chi mi sto rivolgendo? Si presume che nessuno leggerà il mio diario. A Natale mi hanno regalato questo quaderno e non ho voluto scrivere niente sulle pagine. […]
“Il principio del piacere” in Il principio del piacere, Josè Emilio Pacheco, Sur. Traduzione di Raul Schenardi.