Letto di venerdì #07
Nel libro il racconto viaggia dal Minnesota a Mogadiscio, in Somalia, dove Ilhan Omar torna per rendersi conto della situazione somala, in una terra con cui sente un legame ancestrale.
Ilhan Omar è la prima donna nera che abbia mai rappresentato il Minnesota al Congresso.
Classe 1982, Ilhan Omar dal 2019 è Congresswoman per il Minnesota negli Stati Uniti d’America. In questo libro racconta la nascita della sua carriera politica, come si è trovata a pensare di poterne avere una e riuscire quindi a rendere qualcosa, in termini di evoluzione e crescita sociale, al Paese che l’ha accolta.
L’aspetto più interessante del libro è come Omar racconta della sua necessità di cambiare certi aspetti della società americana. Una missione, una volontà profonda che deve per forza esplodere a un certo punto della sua vita, come se in un certo senso non avesse avuto altra scelta.
Nonostante gli ostacoli sociali, il razzismo, il pregiudizio (anche di genere) che ha dovuto affrontare, il suo racconto è pacato, rasserenato, perché devoto alla causa. In fin dei conti, è come se ci dicesse che ogni prospettiva di rinnovamento, anche la più piccola e locale, vale la pena di essere combattuta, cercata, con ogni forza possibile, perché cambierà la vita a qualcuno, esattamente come è successo a lei.
La citazione
Gli dissi che, dal mio arrivo in città, quarantotto ore prima, quasi non riuscivo a svegliarmi. «Hai dormito come un bambino che è stato lontano da casa» mi disse. «Si dorme sempre bene nel luogo in cui è sepolto il proprio cordone ombelicale.» Quella frase ebbe un effetto immediatamente rigenerante, mi rimise in piedi e mi sentii capita, a casa.
Così è l’America, Ilhan Omar con Rebecca Paley, HarperCollins. Traduzione italiana di Elena Battista.