Ho mal di denti.
Ho anche mal di stomaco, dovuto a un tumore, me l’hanno diagnosticato un mese fa: fulminante, non so come andrà a finire, mi opereranno e poi si vedrà, ma stamattina mi sono svegliato per colpa del mal di denti. Ho anche un leggero mal di testa, dovuto alla sbronza di ieri sera; ero a una festa molto alla moda in un locale alla moda coi muri bianchi, i divani colorati e i cuscini bianchi e dei quadri minimali, schizzi più che altro, schizzi su una tela incorniciati di bianco e appesi alle pareti. Non avevo molto da fare a questa festa, la gente non mi sembrava così interessante o adatta a me, allora ho bevuto parecchio. Ma stamattina, giuro, l’angoscia e il dolere me li procura il mal di denti. Ho anche un lieve dolore articolare alla caviglia sinistra, ho fatto un incidente tre mesi fa e sono ancora in fisioterapia, me la sono vista brutta: mi stava per investire un’automobile, si è fermata a un centimetro dalla mia faccia, ero steso a terra sul fianco sinistro, la caviglia distorta e adesso quando cambia il tempo, la mia caviglia lo sa un attimo prima dell’Aereonautica Militare.
Stamani, però, mi sono svegliato con un mal di denti fortissimo: mi stanno spuntando tre denti del giudizio su quattro: quello in alto a destra non esiste proprio, non c’è radice, non c’è niente di niente: è solo gengiva rosa e sana. Quello in alto a sinistra, invece, spunterà giusto e dritto, sta crescendo e sta uscendo da solo. Il dolore lancinante deriva dalla mia arcata inferiore: a sinistra e a destra i miei due denti del giudizio sono posizionati orizzontalmente, spingono gli altri denti ai fianchi, il dentista una settimana fa ha sentenziato:
Dobbiamo toglierli. Entrambi. Insieme. Non c’è tempo da perdere.
Come non c’è tempo da perdere?
Nemmeno l’oncologo ha pronunciato le parole non c’è tempo da perdere e un oncologo ha più fretta di un dentista, di solito.
No, non c’è tempo da perdere: se non togliamo i denti, entrambi e insieme, le viene un’infezione grave, poi un ascesso, poi saranno guai seri: la opero la prossima settimana.
Ma io devo operarmi allo stomaco la prossima settimana.
Va bene: allora quella dopo. Intanto prenda delle medicine. Le scrivo tutto qui, vada in farmacia, è facile: se ha dubbi può chiamarmi o guardare sul foglietto illustrativo.
Nonostante una settimana di medicine e l’operazione allo stomaco che non fa poi così male come credevo, stamattina ho mal di denti del giudizio. Ho la bocca grossa e dentro è rossa, vicino alle gengive ci sono dei puntini bianchi e delle piaghe, la saliva mi procura fastidio e si sparge sulle gengive che ogni tanto sanguinano, le disinfetta, bruciando. Sputo sangue nel lavandino del bagno dell’ospedale e non è per lo stomaco, chiamo il dentista e impiego dieci minuti per farmi capire: sono rintontito dal dolore e non riesco a parlare.
Le medicine non funzionano, ho l’infezione in bocca. Sto male. Ci sono pezzi bianchi nella mia bocca, sputo sangue, sputo pus, mi aiuti. Che schifo.
Lui mi risponde, pacatissimo:
Le avevo detto che dovevamo operare.
Ho mal di denti, terribile, un dolore fortissimo, lo schifo in bocca e lo ingoio questo schifo perché si mischia alla saliva, non ne posso più delle fitte costanti, ho anche mal di testa e una sbronza ancora da smaltire, ma la cosa importante è che tra dieci minuti il mio dentista mi aprirà la bocca, di fretta, perché non c’è più tempo, mi farà male la mandibola, mi infilerà un ago sul nervo trigemino per addormentarmi e potermi incidere le gengive e tirare fuori due denti del giudizio su tre.
Che c’entra? Ho un tumore allo stomaco. Dovevo operare anche quello.
Non si lamenti, allora. Doveva prendere le medicine.
Le ho prese.
Non è vero, ha un’infezione come se io non le avessi prescritto niente.
Non è vero: le ho prese. Due volte al giorno, come mi ha detto lei.
Le avevo detto tre.
No, no: lei mi ha detto due.
È impossibile, le ho detto di sicuro tre.
Sul foglietto illustrativo c’era anche scritto due, io le ho prese due volte al giorno.
Chi le ha detto di leggere il foglietto illustrativo? Le avevo detto tre volte al giorno.
Ma sul foglietto c’era scritto di non esagerare ché altrimenti le conseguenze, emorragie, stipsi, nausea, è una parola tremenda stipsi, io mi sono fidato. Serve a quello, no?
Stipsi vuol dire stitichezza, non è nulla di grave. È accettabile un po’ di stipsi. Aveva un ascesso incipiente, un’infezione larghissima, cosa vuole che ne sappia un foglietto illustrativo della sua bocca?
Il foglietto illustrativo diceva di non esagerare, lo diceva espressamente, è fatto apposta, io mi sono fidato: lo leggo sempre col vocabolario accanto per capire tutte le parole. I principi attivi, gli eccipienti, ho letto tutto, la categoria farmacoterapeutica, le controindicazioni, le precauzioni d’impiego, la posologia: ecco sulle precauzioni d’impiego mi sono soffermato adeguatamente. Diceva di non esagerare se si è in condizioni precarie di salute, se si prendono altre medicine, se si è sottoposti ad altri trattamenti invasivi e un’operazione allo stomaco è un trattamento invasivo o no? Lei come la classifica, scusi?
Cosa vuole che le procuri un antidolorifico su un’operazione allo stomaco?
Non lo so ma mi pare un trattamento invasivo.
Non lo è.
Come non lo è?
E poi c’erano le avvertenze speciali. Dicevano di stare attenti alle gravidanze e alle allergie. Io non lo so se sono allergico: mi è venuto il dubbio, non ho mai fatto un test allergologico in vita mia. E se fossi allergico a qualcosa? E se la mia morosa fosse incinta? Magari le passo qualche principio attivo se la bacio o robe simili. Ma soprattutto: se sono allergico e non lo so? Io non prendo medicine spesso, come faccio a saperlo se fosse?
La sua morosa? Ma che c’entra? Lo saprebbe già. Ha 35 anni, vuole che un’allergia non le si sarebbe già presentata?
E chi lo sa. Non si sa mai. Fino a sei mesi fa stavo benissimo, poi mi è successo di tutto.
Non sia esagerato. Le avevo prescritto un antidolorifico da prendere tre volte al giorno. Per il dolore. Poi avremmo operato. Sarebbe passato tutto.
Lei mi aveva detto che non c’era tempo da perdere.
Certo: per trasparenza.
Per che cosa?
Per trasparenza: io sono tenuto a dirle esattamente quello a cui va incontro se si cura e se non si cura. Per trasparenza.
***
Questo raccontino è dentro Prospektiva 53, il numero che è stato presentato al Salone del Libro di Torino domenica mattina scorsa, in mezzo al corridoio D18, allo stand di Prospettiva, l’editore.
Il numero ha un tema preciso, la Glasnost, che per me ha voluto dire trasparenza in questo modo qui.
(Sono anche nel 51 di numero, il tema era la follia, era la prima volta che davo una cosa mia a Prospektiva. E ne vado un po’ orgogliosa, soprattutto perché circa dieci anni fa mi avevano detto un sonoro no. Quelli di Prospektiva.)