Letto di venerdì #02
La storia di una famiglia a Cuba, durante la dittatura, in un momento qualunque della dittatura.
Carlos Manuel Álvarez scrive un romanzo ha quattro voci: il padre, il figlio, la madre e la figlia e ognuno entra in scena con un monologo che aggiunge progressivamente un pezzo al puzzle della storia.
Tutti cadono, scatenando eventi, ma la madre è quella che cade più di tutti e crea ricostruzioni continue negli altri.
Il puzzle familiare è una rappresentazione teatrale, la scena si modula e cambia il punto di vista ma i ruoli definiscono il punto di vista, lo guidano e lo esplicitano.
È un romanzo familiare diretto e preciso, quasi troppo breve, scivola costante eppure è pieno di micro scosse, che formano micro crepe e lasciano entrare la luce o il buio.
La citazione
Armando era in casa da quattro ore, ma non aveva ancora detto una parola. Ha cominciato a raccontarmi tutto con la stessa pazienza con cui probabilmente si erano succeduti i fatti. È entrato nel suo ufficio e li ha accolti. Poco a poco hanno preso posto, ancora cordiali. Erano tre, quattro, forse cinque. Non si sa mai quanti ometti rumorosi possono esserci.
Cadere, Carlos Manuel Álvarez, Sur. Traduzione italiana di Violetta Colonnelli