Il 24 aprile l’anno scorso sono stata per la prima volta in vita mia a Carpi a leggere le Schegge di Liberazione, l’ebook del 2010, quello da oggi vecchio – che poi non va bene chiamarlo vecchio ché secondo me noi gli saremo sempre affezionati: abbiate pazienza, siamo gente sentimentale – ed era un anno fa.
Non conoscevo nessuno a Carpi, siamo arrivati in ritardo e in due minuti ero davanti a un microfono a leggere simonerossi e meno male che ero davanti a un microfono a leggere simonerossi che è una cosa che faccio spesso per farmi passare l’ansia – ma non un’ansia qualunque, un’ansia particolare, quella che mi viene quando voglio fare bella figura davanti a persone che non conosco, non so se avete presente e se poi non faccio bella figura mi arrabbio parecchio – meno male che c’era da leggere perché a stare in mezzo alla gente che non conosco, tanta gente, ogni tanto faccio fatica. Ci vuole tempo. Faccio fatica e non mi va di parlare o se mi va sto zitta lo stesso, non lo faccio apposta ma mi viene naturale, è più forte di me e leggere alla fine è un buon modo di scaricare la responsabilità di quello che dico: ogni tanto mi capita di fidarmi di più di quel che leggo che delle parole che vorrei dire. È un corto circuito, poi passa, ma ci vuole un po’ di tempo.
Il 24 aprile dell’anno scorso meno male che mi ha dato da leggere sennò altro che sancio. Il 24 aprile sarà sempre un giorno particolare: non ce le ho le parole giuste e giustamente emozionate da scrivere qua sopra adesso che sto sbagliando a scrivere sbagliando perché mi trema il dito sul pc di mio papà però è così e secondo me un po’ mi si vede in faccia.
A domani.